Par Enrico Consonni, professeur d’italien au lycée Pierre de Fermat de Toulouse, qui vous a déjà prodigué ses 14 conseils pour réussir les oraux.

Un articolo del Corriere della Sera [1]

In quest’articolo scritto da Elvira Serra per il Corriere della Sera, il grande giornale d’informazione di Milano, viene data informazione sui risultati del Rapporto Giovani 2016.

Il rapporto, che nel 2016 è al suo terzo anno, intende analizzare la condizione dei giovani basandosi su una ricerca compiuta su un campione di 9 mila Millennial del Belpaese. [2]

Compte-rendu

Il lavoro (che è legato all’idea di felicità) appare come una delle prime esigenze del mondo giovanile. Così possiamo spiegare il desiderio di mobilità dei giovani che è messo in luce dal rapporto. Contrariamente al passato, una grande proporzione di ventenni è tentata di espatriare (il sessanta per cento) o perlomeno di trasferirsi stabilmente da una parte all’altra dell’Italia (l’83,4%). Le ragioni sono molteplici, dominate principalmente dal bisogno di lavoro e per seguire le migliori opportunità per la propria carriera, realizzando così le proprie aspirazioni. Per questo non si può definire ‘fuga’ come si ha l’abitudine di fare.

Anche i dati effettivi confermano questa tendenza. Gli italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) sono raddoppiati dal 2006 al 2015.

L’ISTAT rileva che nel 2015 si sono contate circa centomila partenze all’estero contro 28 mila rientri.

Sono cifre ragguardevoli, alle quali bisogna aggiungere il fatto che il 30% delle partenze è rappresentato da laureati. E’ un dato preoccupante come un altro messo in luce dal rapporto: i Neet (i giovani che non studiano e che non lavorano) stanno aumentando. Sono ormai 2,4 milioni tra i 15 e i 29 anni, cioè il 26,6%. In Europa la percentuale di Neet si ferma al 15,4%.

Per finire Alessandro Rosina, il coordinatore della ricerca, sminuisce la problematicità delle partenze, sottolineando piuttosto le qualità di preparazione e di intraprendenza di queste giovani generazioni, le quali devono poter essere libere di pensare alla propria realizzazione, in Patria o all’estero. [3]

Commentaire

Quest’articolo affronta la tematica attuale della situazione dei giovani in Italia. Possiamo ampliarne la visione cercando di approfondire le ragioni di questa situazione. [4]

Disoccupazione e fuga dei cervelli.[5]

Se la disoccupazione in Italia concerne il 12% della popolazione, per la fascia tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione è al 40%. Le difficoltà per trovare lavoro sono d’altra parte più importanti al Sud che al Nord. Così si può spiegare il numero importante di Neet (come visto nell’articolo), ormai delusi e sfiduciati per quanto riguarda le loro opportunità lavorative, in  particolare al Sud. Una traccia di queste difficoltà la vediamo anche nel fenomeno dei cosiddetti ‘bamboccioni’, i giovani che vivono a casa dei genitori fino ad un’età avanzata (nel 2014 il 68% degli under 34 era in questa situazione).
La via della partenza verso l’estero prende origine dalle difficoltà evidenziate più sopra: si ricerca un lavoro consono alle proprie caratteristiche nel gran mercato del lavoro globalizzato.
D’altra parte le università italiane producono un numero elevato di laureati riconosciuti a livello mondiale (nella classifica 2015/16 delle migliori università al mondo Qs, Worldwide university rankings, guides & events, l’Italia è l’ottava “potenza accademica” mondiale). E’ forte quindi la tendenza alla ricerca di lavoro qualificato nei grandi paesi dell’Occidente o anche dell’Estremo Oriente ed i giovani laureati italiani sono ben accolti.

Globalizzazione e villaggio globale

Ma la ricerca di lavoro, pur essendo fondamentale, non è la sola ragione: il mondo è sempre più un villaggio globale, grazie alle nuove tecnologie, i nuovi mezzi di comunicazione, la rete internet, i mezzi di trasporto sempre più sviluppati. Oggi si può essere in capo al mondo e poter comunicare facilmente grazie alla rete telefonica o ai social network.
La possibilità di diminuire le distanze consente quindi di soddisfare la curiosità personale di ciascuno per quanto riguarda la diversità dell’umanità. Trascorrere un periodo più o meno lungo all’estero non è solo compiere un’esperienza lavorativa da indicare sul proprio curriculum ma soprattutto un’esperienza che possa dare un’apertura sulla vita e sul mondo. Ci si può chiedere se queste partenze saranno definitive o semplicemente un momento qualificante della propria vita personale e lavorativa.

Così per i giovani in Italia, tra difficoltà e modernità, la via verso il futuro si differenzia da quella dei padri, certo per le più grandi incertezze nel domani, ma anche per le possibilità nuove che essa  consente. [6]

[1]

Il s’agit ici d’un corrigé de la première partie de l’épreuve d’oral. Il ne prend pas en compte la partie échange.

[2]

L’introduction doit être succinte pour permettre une entrée directe dans la matière du compte-rendu.

[3]

Le compte-rendu ne doit pas suivre obligatoirement le déroulé de l’article. Il faut récupérer les idées principales, les exposant de façon raisonnée.

[4]

Pensez à dire une phrase d’introduction au début du commentaire et enchaînez vos arguments à l’aide de phrases de transition

[5]

Les idées exprimées dans le commentaire doivent se fonder sur le texte.

Ces idées doivent être présentées de façon personnelle, dans la plus grande clarté et la meilleure  organisation.

[6]

La conclusion peut servir de bilan sur ce que venez d’exprimer dans le commentaire et aussi d’ouverture sur un sujet plus vaste.