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Les tensions entre la France et l’Italie n’ont jamais étés aussi fortes. Je te propose un entraînement de khôlle sur ce sujet d’actualité !

Sujet de khôlle en italien

Migranti, a Bruxelles pugno duro della Francia: “L’Italia deve aprire i suoi porti alle Ong, se no niente ricollocamenti”

 Alessandra Ziniti, La Repubblica, 25 novembre 2022. 

Primo incontro tra i ministri dell’Interno Darmanin e Piantedosi dopo il braccio di ferro sul caso Ocean Viking. Tensione ancora alta al consiglio straordinario dei ministri dell’Interno Ue per esaminare il piano d’azione sul Mediterraneo centrale.

Durante il vertice straordinario dei ministri dell’Interno europei riuniti oggi a Bruxelles, i partecipanti alla fine avrebbero concordato sulla “necessità di stabilire, in una cornice concertata a livello Ue, delle regole certe per i soggetti, anche privati, che operano nel Mediterraneo“. Quanto al metodo, sarebbe emerso “l’unanime auspicio“ che si possa procedere sui vari punti emersi “con velocità e concretezza“. I toni del ministro Gerard Darmanin dopo la crisi tra Roma e Parigi per l’approdo della Ocean Viking sono ancora molto tesi. Anche se il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha fatto sapere che non c’è stato bisogno di un chiarimento con il collega francese, gli “ho stretto la mano e ho saluto con molta cordialità tutti i partecipanti. Ho registrato da tutti la loro cordialità e la condivisione di approccio da parte di tutti“, ha aggiunto. Si lavora per ritornare a rapporti sereni tra Italia e Francia. Ma la strada resta in salita. Con Piantedosi che abbassa i toni: “Tra noi rapporti normalissimi e buonissimi“.

Stati Ue puntano a meno partenze, più rimpatri

I ministri degli Interni degli Stati Ue “sono orientati a realizzare interventi finanziati direttamente dall’Ue che possano impedire le partenze e rafforzare i meccanismi di rimpatrio. L’impegno è quello di potenziare il dialogo con i Paesi terzi di origine e transito dei flussi, una prospettiva che abbracci tanto gli aspetti migratori quanto i progetti per lo sviluppo“, si apprende da fonti del governo italiano impegnate sul dossier migranti.

Prima del vertice

“Se l’Italia non prende navi, non accetta la legge del mare, non c’è più motivo di fare i ricollocamenti. Non possono Francia e Germania sia prendere i migranti delle navi e fare i ricollocamenti“ – ha esordito Darmanin presentandosi ai giornalisti ancor prima dell’inizio della riunione dove per la prima volta dal braccio di ferro sulla Ocean Viking reincontra Matteo Piantedosi che anche al G7 di Wiesbaden aveva minimizzato la tensione con la Francia. Ma Darmanin insiste: l’Italia deve aprire i porti alle Ong. “Bisogna ricordare a tutti qual è il diritto del mare, evidenziare che le Ong che operano nel Mediterraneo si trovano lì evidentemente per salvare le persone e in nessun caso possono essere equiparate ad organizzazioni di passaggio e, infine, bisogna ricordare che i Paesi del Sud del Mediterraneo devono aprire i loro porti perché a volte ci sono imbarcazioni delle ong che attraversano le loro acque territoriali e alle quali non vengono aperti i porti“, ha detto.

Piantedosi ha detto la sua solo dopo alla fine della riunione dei ministri dell’Interno che è stata interlocutoria, non si è chiusa con nessuna decisione ma serve per mettere sul piatto il piano d’azione per il Mediterraneo centrale proposto dalla commissione europea che – hanno fatto sapere oggi i commissari – ne stanno preparando un altro anche per la rotta balcanica.

Piantedosi sa che torna a Roma con la sporta vuota. Per questo fonti a lui vicine, prima del vertice, avevano fatto sapere solo che “la convocazione di un Consiglio straordinario Ue dei ministri dell’Interno e la bozza di Piano d’Azione proposta dalla Commissione europea rappresentano un segnale di grande attenzione per le esigenze del nostro Paese, riportando finalmente la questione al centro della discussione. La situazione impone però di agire con tempestività e l’appuntamento di oggi deve rappresentare il necessario punto di partenza per assumere decisioni su un dossier complesso che va affrontato con politiche comuni Ue“. Le divergenze sembrano ben più delle convergenze. Le dichiarazioni alla stampa dei ministri prima del vertice ne sono state la cartina di tornasole.

“I ricollocamenti funzionano, vanno solo velocizzati. Non è vero che il meccanismo di solidarietà con i ricollocamenti volontari non stia funzionando. Facciamo il trasferimento su base più o meno giornaliera o almeno settimanale. Quello che dobbiamo fare è migliorare la velocità perché abbiamo visto alcuni colli di bottiglia nei sistemi su questo“, ha detto la commissaria europea Ylva Johansson nonostante i soli 117 migranti sugli 8.000 promessi che da giugno a oggi hanno lasciato l’Italia per Francia, Germania e Lussemburgo. Ben altro, ovviamente, il parere di Piantedosi che ritiene assolutamente insufficienti i ricollocamenti fin qui portati a termine.

Sul tavolo c’è stato anche un nuovo codice di condotta per le navi umanitarie. Come ha confermato il vicepresidente Margaritis Schinas. “Dobbiamo lavorare con le Ong, ma in modo ordinato, in modo da rispettare anche i nostri Stati membri e strutturare le operazioni di ricerca e salvataggio in un metodo costruttivo“, ha aggiunto. “Se questo richiede un quadro più strutturato, come un codice di condotta, lo sosterremo“, ha aggiunto Schinas che non crede invece nella possibilità di aprire hotspot in Africa dove filtrare i migranti facendo partire per l’Europa solo chi ha i requisiti per l’asilo. “La Commissione precedente ha provato questo metodo e non ha funzionato. Non vedo come possa funzionare ora“, ha tagliato corto Schinas.

Commentaire

1. L’episodio dell’Ocean Viking, un segnale forte delle tensioni tra Francia e Italia

Tra francia e Italia si sono alzati i toni dopo che l’italia si è rifiutata di accogliere la nave Ong Ocean Viking con 230 migranti a bordo. La Francia ha quindi deciso di accogliere eccezionalmente la nave nel porto di Tolone ma ha annunciato di non essere più disposta a prendere dall’Italia i circa 3.500 migranti che avrebbero dovuto essere ridistribuiti secondo il piano di ricollocamenti in vigore in Europa. Per conseguenza non solo la Francia ha aumentato i controlli dei suoi porti e delle sue frontiere (in particolare quella della città di Ventimiglia) con 500 agenti di polizia in più, ma Darmanin ha detto anche che la Francia smetterà di partecipare al meccanismo di ricollocamento dei migranti che era stato concordato la scorsa estate tra alcuni paesi membri dell’Unione Europea e ha invitato la Germania a fare altrettanto; l’accordo prevedeva che tra l’estate del 2022 e quella del 2023 alcuni paesi europei accogliessero volontariamente 8 mila migranti arrivati in un paese di primo ingresso in Europa. La Francia ne avrebbe dovuti accogliere 3.500. Giorgia Meloni, si è detta molto colpita dalla reazione aggressiva della Francia che giudica “incomprensibile e ingiustificabile“.

2. La politica migratoria italiana

L’Italia, con Grecia, Malta e Cipro, in quanto paesi di primo ingresso in Europa, si trova a sostenere la gestione delle migrazioni nel Mediterraneo. 92 mila migranti hanno attraversato la rotta del Mediterraneo centrale ed orientale tra gennaio e novembre. Per quanto riguarda le domande di asilo, l’Italia è quarta in Europa con 53 610. I migranti che approdano in Italia non vogliono rimanerci  ma proseguire per il Nord Europa, dove hanno già una rete familiare o amicale, o dove intravedono maggiori possibilità di integrazione. La politica migratoria italiana adottata dal governo Meloni si basa sullo sbarco selettivo, il che va incontro alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare che stabilisce norme che riguardano obblighi di soccorso dei migranti in mare e negli oceani. Nel 2012 infatti, la Corte europea dei diritti umani aveva reputato l’Italia colpevole per il respingimento di 200 profughi africani provenienti dalla Libia nel maggio del 2009.

3. Le decisioni dell’UE sono sempre più criticati dall’Italia

Non accogliendo la nave l’Italia, non ha rispettato il meccanismo per il quale si era impegnata e si è rotta la fiducia con la Francia.  In effetti, Il 10 giugno 2022, 19 Stati Ue e 4 Paesi extra-Shengen hanno firmato un documento politico che prevede il “meccanismo volontario di solidarietà”, per aiutare le Nazioni che  devono gestire il maggior numero di sbarchi. Si può scegliere se accettare sul proprio territorio i richiedenti asilo, oppure se aiutare economicamente i paesi di primo arrivo. Si tratta di un accordo di redistribuzione su base volontaria che non impone  nessun obbligo a chi l’ha firmato, perciò la Francia ha annunciato di voler sospendere l’accordo dopo il caso della nave Ocean Viking. Ma secondo il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, “questo meccanismo è del tutto insufficiente, dal momento che in Italia quest’anno sono sbarcate 90 mila persone: tredici paesi europei si sono impegnati a ricollocarne complessivamente circa 8mila, meno di un decimo“. Tra l’altro, l’Italia continuerà a dichiararsi indisponibile ad essere considerata “il primo paese” di sbarco e intende adottare tutte le contromisure necessarie a ostacolare le attività delle organizzazioni non governative che non siano state “concordate” con l’Italia.